
Un viaggio da Torino fino al Polesine. Anzi, fino alla piazza di Crespino e poi giù giù fino al Delta. Un anti-romanzo di formazione per immagini. Dove va Davide? “In nessun posto”, è la risposta.
“L’Estate di Davide” è un film di Carlo Mazzacurati, che fu presentato (e apprezzato) al Festival di Locarno nel 1998. Ebbe purtroppo una vita distributiva non facilissima, come accade a parecchie pellicole di valore nel mercato nostrano: dopo averlo cercato (invano) e dopo aver perso una lontana proiezione rodigina, qualche giorno fa sono riuscito a “recuperarlo” miracolosamente in una sala di Padova, dove era proiettato nell’ambito di una rassegna.
Si tratta veramente di un film pregevole: per la sua fragilità, per la sua eleganza, per il pudore dello sguardo, per la maniera in cui tante cose vengono dette e raccontate, senza essere mai “urlate” o “esibite”. Belle le musiche di Ivano Fossati, bravi gli attori, a cominciare dallo "zio di Davide", Toni Bertorelli. (Ma l’attore protagonista, invece, che cosa farà adesso?)
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