martedì 16 marzo 2010

Rinnovamento nella continuità



Rinnovare nella continuità. Un “topos” inossidabile del comunismo che fu togliattiano, ma che di questi tempi viene pronunciato da insospettabili esponenti del centrodestra… e anche della sinistra post-comunista e post-tutto.

Che vuol dire oggi questo slogan? Cambiare, modificare gli assetti, promuovere “facce nuove”, allargare la base dirigente, ma con calma, con giudizio e soprattutto con stile, senza esagerazioni e senza traumi, senza salti nel vuoto, senza strappi, senza spargimenti di sangue né ingiurie, evitando i voli pindarici e gli avventurismi nefasti ecc. ecc.

Natura non facit saltus.

Già. E che direbbero allora tutti questi prudenti innovatori nostrani di un tipo come Jonathan Krohn, che a nemmeno quindici anni è diventato una “star” del Partito repubblicano e dei talk-show politici americani, conteso da Fox e Cnn, dopo aver infiammato la platea del G.O.P. con un intervento di soli tre minuti e pubblicato un libro (“Defining Conservatism”) in cui si propone, nientemeno, di definire i principi che dovrebbero rilanciare la politica dei conservatori statunitensi nel nuovo secolo?

P.S. Per vedere e sentire il “comizio” di Jonathan Krohn alla convention repubblicana, nonché gli effetti sull'uditorio, è sufficiente andare su Youtube o sito analogo.

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