lunedì 22 febbraio 2010

Politica e scuola



Corsi e ricorsi. Ripubblico un mio articolo di un paio di anni fa, scritto in occasione delle ultime elezioni politiche. Non sembra essere cambiato molto da allora, in verità (dimissioni di Veltroni a parte):

"In una campagna elettorale che sembra essere dominata dai dibattiti sulle schede elettorali e sul futuro di Alitalia, rischia di non essere colto appieno un tema realmente decisivo come quello legato a scuola, università e ricerca. Un nodo essenziale anche per garantire al "sistema Italia" di poter tornare a crescere e di poter guadagnare in termini di competitività e di qualità dello sviluppo nei prossimi anni. Il Pd di Veltroni ha saputo mettere al centro del proprio programma scuola, università e ricerca, connotando le proprie proposte in maniera coerentemente riformista, all'insegna di parole d'ordine come autonomia, equità, eccellenza.

Una reale rottura rispetto al recente passato. In particolare, per il mondo della scuola, l'obiettivo è di riuscire a portare al diploma l'85% dei ragazzi, investendo sugli insegnanti e premiandone il merito e l'impegno. Un dato innegabile è che la società civile e politica hanno finito con l'attribuire sempre meno rilevanza al ruolo dei docenti e paiono sempre meno considerare la scuola, e chi all'interno della scuola opera, come variabili cruciali per la trasmissione del patrimonio culturale consolidato della nostra società, per lo sviluppo della cultura, della tecnologia, dell'economia. Se l'autonomia concepita e avviata durante questi ultimi anni ha un senso, essa dovrà invece necessariamente tradursi in una capacità di elaborazione culturale e strategica della scuola, che abbia veramente il coraggio di ridiscutere in profondità i principi su cui si regge il sistema e di interpretare il cambiamento in termini di apertura, avviando un dibattito ampio e articolato, allargato a tutto il paese.

Sempre più i docenti saranno spinti a diventare dei "facilitatori dell'apprendimento", saranno cioè chiamati a sperimentare metodi e strumenti inediti, una nuova pedagogia e un nuovo ruolo della scuola: è, questo, un patrimonio di conoscenze e innovazioni che spesso, poggiando sull'iniziativa di singoli insegnanti, risulta ancora disperso, frammentato, visibile solo a tratti, ma meritevole di grande attenzione, proprio perché un nuovo modo di fare scuola deve implicare l'uscita dal pionierismo di esperienze importanti ma isolate e implicare la disponibilità di nuovi strumenti, come quella di nuove collaborazioni, sinergie, competenze. L'autonomia è sicuramente una grande opportunità, ma rischia anche di rimanere una sorta di "rivoluzione" incompiuta.

Occorrerà premere l'acceleratore sul versante dell'innovazione, della sperimentazione, dell'autonomia didattica (cioè di una autonomia che non sia coniugata soltanto, ed essenzialmente, in termini gestionali e organizzativi), di un salto qualitativo del nostro sistema scolastico. La sfida che il Pd e la scuola del futuro hanno di fronte a sé è oggi improntata alla formazione e all'educazione "globale" delle persone. Faticosamente, nel dopoguerra, si è riusciti, pur con tutti i limiti di un processo quasi mai lineare e non privo di ostacoli e di conflittualità quasi endemiche, a realizzare una scuola di massa (l'innalzamento dell'obbligo scolastico sancito dalla Carta costituzionale, la Riforma della scuola media unificata, i Decreti delegati ecc.) in un paese come il nostro, dove ieri più di oggi convivevano più "Italie": è stata questa una conquista fondamentale, che ha consentito di lasciarci alle spalle un modello di scuola in cui l'appartenenza sociale e "di classe" determinava buona parte del percorso di ognuno, incanalando lungo binari prestabiliti il suo accesso (o meno) alla conoscenza.

Oggi, se la sfida "quantitativa" è stata, almeno in parte, vinta, il confronto sul futuro della scuola non può che riguardare la sua qualità, la capacità di sperimentare, di riscoprirsi diversa e plurale, attraverso la possibilità di offrire percorsi educativi e formativi che siano centrati sull'individuo, sulla persona e sui suoi bisogni."

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